Che si chiamino antiparassitari, fitofarmaci o agrofarmaci, la sostanza non cambia perché stiamo parlando dei pesticidi: sostanze chimiche.
Altamente utilizzate in agricoltura, ancora non è chiaro quali siano gli effetti sulla saluta dell’uomo.
Come per molte sostanze essi sono costituiti da principi attivi, che possono essere suddivisi in 7 categorie: insetticidi, fungicidi, nematocidi, rodenticidi, acaricidi, diserbanti e molluschicidi.
L’Istat afferma che il numero dei pesticidi utilizzati dall’ industria agroalimentare è aumentato di circa 20 volte rispetto al secolo passato. Ciò comporta conseguenze disastrose sia per il corpo umano che quotidianamente ingerisce cibi contaminati da queste sostanze, sia per l’ambiente che non riesce a smaltire, nel corso degli anni, tutte le sostanze che poi si depositano sul terreno.
Tra le conseguenze più note si rileva: inquinamento idrico, atmosferico, contaminazione del suolo e mutazioni genetiche irreversibili di alcune specie vegetali e di insetti.
Con il passare degli anni e con l’aumento dell’impiego di queste sostanze, i parassiti da debellare risultano essere sempre più resistenti all’azione dei principi attivi. Ancora più preoccupante risulta essere il fatto che, di questo passo, le case farmaceutiche sono costrette a creare dei pesticidi sempre più potenti e dannosi per l’uomo e l’ambiente.
Secondo un recente studio, non si può solo osservare la pericolosità dell’accumulo di pesticidi ingeriti per un lungo periodo, occorre anche osservare ed analizzare le conseguenze legate alla sinergia di diversi principi attivi all’interno di uno stesso prodotto alimentare. È inevitabile che l’effetto nocivo sia amplificato dall’uso di molteplici sostanze su un unico prodotto che poi l’uomo andrà a mangiare.
Quali sono gli effetti dei pesticidi sull’uomo?
Obesità, diabete e malattie cardiovascolari, in primo luogo. Poi gli effetti sono stati collegati anche a disturbi mentali e nervosi ma anche ad anomalie dell’attività sessuale, sterilità maschile e cancro.
Da non sottovalutare che i pesticidi ingeriti dalle donne in gravidanza arrivano inevitabilmente al feto attraverso la placenta e il latte; ancora più inquietante il fatto che la tossina del bacillus turigensis (presente nel mais transegenico) e un derivato del glufosinato (dieserbante impiegato nelle stesse colture) si accumulano nel siero delle donne incinte e nei feti.
Come ci si può difendere?
L’agricoltura biologica e biodinamica certificata esclude l’utilizzo della maggior parte dei principi attivi citati. Optare per prodotti derivanti da queste colture è sicuramente il primo passo per cercare di difendere l’organismo dagli effetti dannosi.
Un altro suggerimento è quello di evitare di comprare prodotti fuori stagione.
La verdura, oltre ad essere lavata accuratamente prima del consumo, dovrebbe essere sbollentata per almeno un minuto.
La nocività dei pesticidi non deve essere, per nessuna ragione, sottovalutata. Occorre che l’Unione Europea decida, in tempi brevi, di intervenire sulla salute dei consumatori.
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