Nonostante la crisi che imperversa il settore della green economy sono circa 2.200 le domande registrate negli ultimi 5 anni, pari a circa il 9,5% del totale.
Si tratta di un segno positivo soprattutto se si considera che l’aumento delle domande può significare la possibilità di fare un salto di qualità per ciò che concerne la competitività sui mercati globali.
Ad esempio, tra il 2009 ed il 2014 le domande di brevetto correlate al settore ambientale sono state circa 2.210. Di questi, circa 2.200 hanno riguardato brevetti “green” con oltre il 70% di richieste riguardanti brevetti per sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili, risparmio energetico, isolamento termico, energia eolica, biocarburanti e mobilità.
VedoGreen ha messo sotto osservazione dieci settori della green economy registrando che le aziende non quotate in borsa hanno visto crescere il fatturato nel periodo 2009-2012, nonostante la profonda crisi del mercato.
Il problema sorge nel momento in cui si va ad analizzare il possibile sbocco nei mercati esteri, perché il mercato interno italiano è ancora fortemente in crisi e non è supportato dalle politiche sia italiane, sia europee.
Questa generale instabilità reca danni non solo all’efficienza energetica di per sé, ma anche alla realizzazione di strategie di medio periodo da parte delle imprese che non si sentono supportate in tal senso. Occorre sottolineare che non si tratta di un problema solo italiano perché anche l’Europa ha notevoli difficoltà nel fissare linee guida specifiche oltre che attuabili.
La speranza è che si possano trovare delle strategie facilmente attuabili al fine di incentivare l’aumento dei brevetti e di evitare anche la fuga dei medesimi brevetti all’estero.