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Riciclo creativo e fashion: scarpe ricavate dai turaccioli di sughero!

scarpe riciclate

Durante lo scorso mese di settembre è stata varata una modifica alla normativa che riguarda i vini docg: in sintesi non vi è più l’obbligo di utilizzo del tappo
in sughero

.

. Ora è permesso l’utilizzo anche di quello a vite, in silicone e molti altri ancora in via di progettazione.

Sicuramente questa normativa vuole soddisfare le esigenze dei mercati esteri (soprattutto americano e giapponese) che da un po’ di tempo a questa parte stanno iniziando a privilegiare i vini con il tappo a vite.

Un altro aspetto da non sottovalutare è che negli ultimi anni il costo del sughero è aumentato in modo esponenziale a causa dell’eccesso di sfruttamento delle querce.

Basti pensare che la stima di rigenerazione delle cortecce dalle quali si estraggono i tappi, è di circa 12 anni.

Il tappo in sughero è schiavo delle più semplici logiche commerciali: l’attesa per la domanda, che cresce a dismisura, è troppo lunga per far fronte alle richieste dei mercati mondiali. Le richieste aumentano, la produzione scarseggia ed il costo del sughero aumenta vertiginosamente.

Un ulteriore problema sorge dallo spreco che deriva dalla lavorazione del sughero. La corteccia utilizzata, non ha un ulteriore utilizzo ed ogni turacciolo ha un periodo di impiego molto ridotto.

L’azienda canadese Sole che produce calzature moderne, comode e funzionali, ha avviato una partnership con la Recork, un’organizzazione specializzata nel riutilizzo del sughero. Questa sinergia ha prodotto un progetto volto al recupero degli scarti dei turaccioli per creare nuove scarpe.

L’azienda si è interessata all’elasticità e alla leggerezza del sughero. Queste caratteristiche ricordano quelle della EVA, la gomma impiegata generalmente dalla Sole per la realizzazione delle proprie scarpe tradizionali.

In vendita si possono trovare già alcuni sandali, ma a breve arriveranno anche alcune scarpe chiuse adatte alla stagione invernale.

Questa sinergia tra due aziende, dovrebbe far comprendere come sia possibile unire le forze per lo sviluppo di progetti sostenibili, con uno sguardo al “fashion”.