Secondo gli ultimi dati Istat, il settore agricolo è l’unico a segnare una crescita all’interno di un minimo incremento registrato nel 2013.
Il trend registrato seppur minimo (0,3%) è un indicatore importante.
Il Prodotto interno lordo italiano nell’anno passato è sceso sotto i livelli del 2000. Di conseguenza il debito pubblico ha subito un’impennata e la spesa per il settore alimentare è diminuita del 3,1 per cento.
La situazione economica del Bel Paese risulta essere davvero preoccupante.
Cosa succede al settore agricolo?
Nonostante il calo registrato del Pil, secondo Confagricoltura il valore agricolo aumenta dello 0,3%. Questo lieve aumento aumento però non smette di preoccupare il settore.
Confagricoltura segnala anche la tendenza al peggioramento della ragione di scambio agricola. Il rapporto AgrOsserva (Ismea-Unioncamere) presentato recentemente, evidenzia un peggioramento nel quarto trimestre del 2013 su base tendenziale, con prezzi agricoli calati del 4 per cento e costi che si sono ridotti, ma solo dell’1,2 per cento.
Coldiretti sottolinea invece che “a fronte della crescita registrata nel settore, si è verificata una riduzione delle unità lavorative attive (Ula) dell’1,7 per cento. Il valore aggiunto dell’agricoltura a prezzi base con valori concatenati nel 2013 è stato di 26,98 miliardi di euro con 1.166 mila unità di lavoro impegnate. Il risultato dell’anno è stato peraltro fortemente condizionato dall’andamento climatico avverso che ha provocato gravi danni al settore
”.
Dal nuovo governo si attendono nuove politiche per tentare di rilanciare un settore che è alla base del motore economico.
Restiamo in attesa di sviluppi.