Secondo recenti stime nel mese di febbraio è stato registrato un aumento di temperatura minima pari a circa 3,8 gradi. Questo dato ha messo in vero e proprio allarme coltivatori ed agricoltori.
L’analisi è stata condotta da Coldiretti. I valori climatici rilevati sono stati molto simili a quelli primaverili con un aumento di precipitazioni pari a circa il 35% rispetto dati di riferimento.
Coldiretti sostiene che si tratti di una vera e propria anomalia: “interessa l’intera penisola dal nord dove le temperature minime sono state superiori di 4,1 gradi al centro Italia dove lo scarto è stato di +3,2 gradi fino al sud con una differenziale di +3,1 gradi. Il rischio è che la “finta primavera” inganni le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili”.
Già dall’inizio dell’anno si sono verificate ingenti perdite a causa dell’aumento delle precipitazioni e questa situazione non può far altro che aumentare lo stato di allarme.
Coldiretti sostiene inoltre che ci troviamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che destabilizzano l’intera ecosistema. Perché le frequenti precipitazioni, seppur brevi, sono state delle vere e proprie bombe d’acqua che il terreno in generale non riesce a sostenere. Uno degli effetti più comuni è l’indebolimento del terreno che non solo non riesce a trarre il giusto nutrimento, ma avviene un vero e proprio impoverimento della sostanza di cui è fatto il terreno che non permette al terreno stesso di “prepararsi” all’arrivo del freddo invernale.