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Alberi artificiali per assorbire anidride carbonica e migliorare la qualità dell’aria

Foresta

Studiosi, scienziati e ricercatori da tempo ormai cercano soluzioni efficaci per far fronte al problema dell’effetto serra. La massiva produzione di CO2 è già tristemente nota come responsabile dell’effetto serra, termine con il quale si vuole indicare un riscaldamento anomalo del globo prodotto dai gas serra che non permettono la fuoriuscita del calore che proviene dalla superficie terrestre.

Occorre combattere e limitare questo pericoloso fenomeno perché negli ultimi anni si sta assistendo ad uno stravolgimento climatico che non lascia ben sperare per il futuro del pianeta.

Gli studiosi dell’Institution of Mechanical Engineers stanno studiando una soluzione che potrebbe rivelarsi efficace: creare delle “foreste artificiali”.

L’idea al vaglio dei ricercatori è quella di creare nel giro di 20 anni alberi artificiali in grado di assorbire l’anidride carbonica, agglomerati in vere e proprie foreste. Gli alberi in questione, riuscirebbero ad assorbire percentuali molto più alte di CO2 rispetto a quelli naturali.

L’azienda Global Research Technologies di Tucson, in Arizona, ha già sviluppato un prototipo  che, in un giorno, riesce ad assorbire quanto un vero albero assorbe in un intero anno.

Di cosa sono composti gli alberi artificiali?

Si tratta di pannelli grandi circa 10 mq ricchi di idrossido di sodio. Tramite alcuni studi i ricercatori hanno appurato che quando l’anidride carbonica entra in contatto con questo elemento la reazione chimica innescata fa sì che si verifichi una produzione di carbonato di sodio in quantità sufficienti da azzerare la CO2 presente nell’aria.

A fronte dell’entusiasmo derivante da questi prototipi però, vi sono alcuni studiosi ancora scettici circa la fattibilità di questo progetto, perché suppongono che queste foreste potrebbero non essere la soluzione definitiva al problema dell’effetto serra.

Secondo stime preliminari per assorbire le emissioni di una centrale a carbone occorrerebbero 5 impianti di 1 kmq ciascuno.

Un rischio da tenere sotto controllo riguarda il cosiddetto “effetto rimbalzo il quale potrebbe causare un aumento delle emissioni che, in realtà, si vorrebbero combattere.

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